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L’asteroide 2024 è un oggetto celeste di tipo Apollo, classificato come oggetto vicino alla Terra (NEO). È stato scoperto il 27 dicembre 2024 dal sistema di allerta per impatti terrestri di asteroidi (ATLAS) presso la stazione di Rìo Hurtado in Cile. Questo asteroide ha un diametro stimato tra i 40 e i 90 metri. L’orbita di 2024 YR4 lo porta a intersecare periodicamente l’orbita terrestre, rendendolo un oggetto di interesse per la difesa planetaria. Attualmente, ha una probabilità molto bassa di impattare la Terra il 22 dicembre 2032, con una probabilità inizialmente di 1 su 36.000 cioè 0,0039%. Attualmente la probabilità si aggira, secondo la Nasa a 0.28%, mentre per ESA 0,16% cioè, 6 su 36.000. Tuttavia, la sua traiettoria viene costantemente monitorata e aggiornata man mano che vengono raccolte nuove osservazioni. Nel caso improbabile di un impatto, i danni causati dall’asteroide in questione dipenderebbero in gran parte dalle sue dimensioni esatte e dalla sua composizione. Un asteroide di queste dimensioni potrebbe causare un’esplosione atmosferica, con effetti variabili a seconda del luogo di impatto. Se dovesse entrare nell’atmosfera sopra un’area popolata, potrebbe causare danni strutturali minori o maggiori, a seconda delle dimensioni esatte. L’asteroide ha fatto un avvicinamento ravvicinato alla Terra il 25 dicembre 2024, passando a una distanza di circa 828.880 Km (il doppo della distanza Terra Luna). Il prossimo avvicinamento significativo è previsto per il 17 dicembre 2028. Durante questo periodo, sarà troppo distante per essere osservato dai telescopi terrestri, mentre i telescopi spaziali come il James Webb Telescope continueranno a monitorarlo. La scoperta di 2024 YR4 ha innescato una serie di risposte di difesa planetaria, con diverse agenzie spaziali che hanno iniziato a pianificare misure di mitigazione delle minacce da asteroidi. Questo evento ha dimostrato l’importanza della collaborazione internazionale nella protezione del nostro pianeta da potenziali impatti di oggetti celesti.
Gli asteroidi sono piccoli corpi celesti rocciosi che orbitano attorno al Sole, principalmente nella fascia degli asteroidi situata tra Marte e Giove. Questi oggetti spaziali variano notevolmente in dimensioni, da pochi metri a centinaia di chilometri di diametro. Gli asteroidi sono considerati i residui della formazione del sistema solare, risalenti a circa 4,6 miliardi di anni fa. La composizione degli asteroidi può variare, ma generalmente sono costituiti da materiali rocciosi e metallici. Alcuni asteroidi contengono anche composti organici e ghiaccio. Gli asteroidi sono classificati in diverse categorie in base alla loro composizione e al loro albedo (la capacità di riflettere la luce solare). Le principali categorie sono:
Asteroidi di tipo C (carbonacei): Questi asteroidi sono ricchi di carbonio e rappresentano circa il 75% degli asteroidi conosciuti. Hanno una superficie scura e sono composti principalmente da rocce e minerali primitivi.
Asteroidi di tipo S (silicati): Questi asteroidi sono composti principalmente da silicati e metalli. Rappresentano circa il 17% degli asteroidi conosciuti e hanno una superficie più luminosa rispetto agli asteroidi di tipo C.
Asteroidi di tipo M (metallici): Questi asteroidi sono composti principalmente da metalli, come il ferro e il nichel. Rappresentano circa l'8% degli asteroidi conosciuti e hanno una superficie molto riflettente.
Gli asteroidi possono avere orbite molto diverse, alcune delle quali li portano vicino alla Terra. Questi asteroidi sono chiamati "asteroidi near-Earth" (NEA) e sono oggetto di particolare interesse scientifico e monitoraggio, poiché potrebbero rappresentare una minaccia di impatto per il nostro pianeta.
La ricerca sugli asteroidi è importante per diverse ragioni. Innanzitutto, gli asteroidi possono fornire informazioni preziose sulla formazione e l'evoluzione del sistema solare. Inoltre, lo studio degli asteroidi può aiutare a comprendere meglio i rischi di impatto e a sviluppare strategie per mitigare tali minacce. Infine, gli asteroidi potrebbero rappresentare una fonte di risorse minerarie preziose per future missioni spaziali e per l'industria.






Troiani, Eros e Apollo sono tre categorie di asteroidi con caratteristiche e orbite distinte.
Asteroidi Troiani: Gli asteroidi Troiani sono piccoli corpi celesti che condividono l'orbita di un pianeta, rimanendo in una posizione stabile approssimativamente 60° davanti o dietro il pianeta principale vicino a uno dei suoi punti di Lagrange, L4 e L5. La maggior parte degli asteroidi Troiani conosciuti condivide l'orbita di Giove e sono divisi in due gruppi: il campo greco a L4 (davanti a Giove) e il campo troiano a L5 (dietro Giove). Questi asteroidi sono stati nominati in onore degli eroi della Guerra di Troia della mitologia greca.
Asteroide Eros: Eros è un asteroide di tipo S appartenente alla famiglia degli Amor, scoperto nel 1898. È uno degli asteroidi più grandi che si avvicinano alla Terra e ha una forma allungata con dimensioni di circa 34,4 km x 11,2 km x 11,2 km. Eros è stato il primo asteroide ad essere orbitato e atterrato da una sonda spaziale, la NEAR Shoemaker, nel 2003. La sua superficie presenta numerosi crateri e massi, indicando una storia di collisioni e impatti.
Asteroidi Apollo: Gli asteroidi Apollo sono una classe di asteroidi Near-Earth che hanno orbite che intersecano quella della Terra. Il primo asteroide Apollo scoperto è stato "1862 Apollo" il 24 Aprile 1932. Questi asteroidi sono di particolare interesse per gli scienziati a causa del loro potenziale rischio di impatto con la Terra. Gli asteroidi Apollo hanno orbite altamente eccentriche che li portano vicino al Sole e poi oltre l'orbita di Marte.
Classificazione Asteroidi.


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La NASA ha firmato 9 nuovi contratti commerciali per l’esplorazione lunare


di Stefano Piccin
Gennaio 24, 2025
La NASA ha annunciato il 23 gennaio l’assegnazione di nuovi contratti per gestire la logistica lunare, per un valore complessivo di 24 milioni di dollari. Con questi nuovi contratti la NASA coinvolge nove diverse aziende, che andranno a sviluppare progetti preliminari su diverse applicazioni per la Luna. Questi contratti fanno parte dell’iniziativa Next Space Technologies for Exploration Partnerships (NextSTEP) Appendix R e si integrano nel Programma Artemis. Nonostante il cambio di Presidenza, per ora sembra che il programma di esplorazione lunare continui “come se nulla fosse”.
Gli obiettivi principali di questi progetti sono lo sviluppo di soluzioni innovative per supportare l’esplorazione e soprattutto la permanenza sulla superficie lunare. Tra queste, ci sono sistemi logistici avanzati, mobilità autonoma e robotica per il trasporto e la gestione dei carichi. Le aziende coinvolte e i loro contributi:
Blue Origin (Florida): Sviluppo di sistemi per il trasporto logistico, gestione e scarico dei carichi, trasferimento e tracciamento delle risorse, oltre a strategie integrate.
Intuitive Machines (Texas): Sistemi per la gestione logistica e la mobilità dei carichi in superficie.
Leidos (Virginia): Soluzioni per trasporto logistico, gestione dei rifiuti, tracciamento delle risorse e strategie integrate.
Lockheed Martin (Colorado): Trasporto logistico e mobilità dei carichi.
MDA Space (Texas): Sistemi per la mobilità dei carichi in superficie.
Moonprint (Delaware): Progettazione di vettori logistici.
Pratt Miller Defense (Michigan): Mobilità avanzata per i carichi in superficie.
Sierra Space (Colorado): Sistemi logistici avanzati e gestione dei rifiuti.
Special Aerospace Services (Alabama): Un’ampia gamma di soluzioni, tra cui trasporto logistico, gestione dei carichi e strategie integrate.
Le prospettive lunari del 2025
Secondo Nujoud Merancy, vice amministratore associato per la strategia e l’architettura della NASA, questi contratti non solo promuovono l’innovazione, ma rafforzano anche l’economia emergente dello spazio profondo. Allo stesso tempo, attualmente la NASA è in una fase di transizione importante, formalmente senza un amministratore, in attesa della conferma da parte del Senato di Jared Isaacman, nominato dal Presidente Trump il primo giorno.
Sembra che la nuova strategia della NASA sarà particolarmente incentrata nel supporto alle aziende private, favorendo una crescita dello spazio commerciale sempre più ampio. Allo stesso tempo le affermazioni del Presidente e il ruolo di Musk potrebbero ridimensionare presto il ruolo dell’esplorazione lunare, favorendo Marte. Gli attuali indizi sembra che vadano nella direzione di una esplorazione lunare che rimarrà centrale nel breve termine, seppure ridimensionata, e che serva ancora di più come punto di riferimento per Marte.
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La quiete dopo la tensione di Hubble


Il telescopio spaziale Hubble è un osservatorio orbitale che ha rivoluzionato l'astronomia grazie alla sua capacità di catturare immagini estremamente dettagliate dell'universo. È stato lanciato il 24 aprile 1990 e si trova in orbita terrestre bassa, a circa 525-550 km dalla superficie terrestre. Grazie alla sua posizione al di fuori dell'atmosfera, evita le distorsioni causate dall'aria e può osservare l'universo con una nitidezza senza precedenti.
Hubble è un telescopio riflettore con uno specchio primario di 2,4 metri di diametro, che raccoglie e focalizza la luce per ottenere immagini astronomiche dettagliate; infine Hubble è dotato di strumenti scientifici e avanzati, tra cui:
Wide Field Camera (WFC3) per immagini ad alta risoluzione.
Advanced Camera for Surveys (ACS) per studi approfonditi di galassie e ammassi stellari.
Cosmic Origins Spectrograph (COS) per analisi spettroscopiche.
Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS) per osservazioni multi-spettrali.
Spettro di osservazione: Hubble opera nelle bande dell'ultravioletto, visibile e infrarosso vicino, permettendo di studiare una vasta gamma di fenomeni cosmici.
Durata operativa: Nonostante fosse progettato per funzionare per circa 15 anni, grazie alle missioni di manutenzione è ancora operativo dopo più di 30 anni.
Hubble ha ricevuto cinque missioni di servizio eseguite dagli astronauti dello Space Shuttle, che hanno permesso di sostituire strumenti scientifici, correggere difetti e aggiornare la tecnologia. Queste operazioni hanno garantito il continuo miglioramento delle sue capacità di osservazione.
Grazie a Hubble, gli astronomi hanno potuto studiare galassie lontane, esopianeti, buchi neri e l'espansione dell'universo, contribuendo alla scoperta dell'energia oscura e alla comprensione della formazione stellare.


L'universo è in espansione, ma la velocità con cui avviene presenta una discrepanza tra le misurazioni basate sul fondo cosmico a microonde (che riflette l’universo primordiale) e quelle derivanti dall'osservazione dell’universo locale. Questa differenza, nota come tensione di Hubble, potrebbe mettere in discussione il modello cosmologico standard, CDM.
Metodologia dello studio: Il gruppo di Freedman ha utilizzato dati del telescopio spaziale James Webb (JWST) e ha applicato tre metodi indipendenti per misurare la costante di Hubble:
Metodo TRGB (Tip of the Red Giant Branch) – Basato sulle stelle di bassa massa in fase evolutiva avanzata.
Metodo JAGB (J-band Asymptotic Giant Branch) – Basato su stelle giganti luminose nell’infrarosso.
Metodo delle Cefeidi – Usato nel programma SHoES (Supernovae, H₀, for the Equation of State).
Le misurazioni sono state effettuate su 10 galassie vicine contenenti 11 supernove di tipo Ia, più la galassia NGC 4258 che fornisce una calibrazione di riferimento chiave.
Risultati principali:
Stima della costante di Hubble con dati JWST e Hubble: 70,39 ± 1,22 (stat) ± 1,33 (sist) ± 0,70 (σₛₙ) km s⁻¹ Mpc⁻¹.
Solo dati JWST:
Metodo TRGB: 68,81 ± 1,79 (stat) ± 1,32 (sist) km s⁻¹ Mpc⁻¹.
Metodo JAGB: 67,80 ± 2,17 (stat) ± 1,64 (sist) km s⁻¹ Mpc⁻¹.
Le distanze misurate con TRGB e JAGB sono coerenti tra loro con una precisione superiore al 99%.
Concordanza con le misurazioni delle Cefeidi del programma SHoES con una discrepanza inferiore all’1%.
Interpretazioni:
I risultati sono compatibili con il modello ΛCDM, che descrive un universo dominato da materia oscura fredda ed energia oscura, senza necessità di introdurre nuova fisica. Tuttavia, è necessario raccogliere ulteriori dati per migliorare la precisione delle misurazioni.Prospettive future:
Freedman e il suo team proseguiranno le osservazioni con JWST nell’Ammasso della Chioma, un gruppo di galassie che permetterà di misurare direttamente la costante di Hubble senza passare dalle supernove.
Conclusione:
L’ultima stima della costante di Hubble fornita da Freedman è di circa 70,4 km/s per megaparsec, con un’incertezza del 3%, in accordo con le più recenti misurazioni del fondo cosmico a microonde (67,4 km/s per megaparsec, con incertezza inferiore all’1%).


Edwin Powell Hubble è stato un astronomo e astrofisico statunitense, nato il 20 novembre 1889 e scomparso il 28 settembre 1953. È considerato uno dei pionieri dell'astrofisica moderna, grazie alle sue scoperte rivoluzionarie che hanno cambiato la nostra comprensione dell'universo. Hubble iniziò la sua carriera accademica studiando matematica e astronomia all'Università di Chicago, per poi proseguire gli studi a Oxford, dove si dedicò alla giurisprudenza. Tuttavia, la sua vera passione era l'astronomia, e tornò a studiarla conseguendo un dottorato nel 1917. Dopo la Prima Guerra Mondiale, entrò a far parte dell'Osservatorio di Monte Wilson, dove lavorò con il telescopio Hooker da 100 pollici, all'epoca il più potente del mondo. Le sue scoperte in astrofisica Hubble ha rivoluzionato l'astronomia con due scoperte fondamentali:
L'esistenza di galassie al di fuori della Via Lattea: Nel 1924, osservando la Galassia di Andromeda, dimostrò che le cosiddette "nebulose a spirale" erano in realtà galassie indipendenti, smentendo la teoria che l'universo fosse limitato alla nostra galassia.
L'espansione dell'universo: Nel 1929, formulò la Legge di Hubble, che stabilisce una relazione tra la distanza delle galassie e il loro redshift (spostamento verso il rosso della luce emessa). Questa scoperta portò alla formulazione della teoria del Big Bang, che descrive l'universo in continua espansione.
In suo onore, la NASA ha lanciato nel 1990 il Telescopio Spaziale Hubble, che ha permesso di ottenere immagini straordinarie dell'universo e ha contribuito a numerose scoperte scientifiche.
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